Il ministro dell'Interno polacco, Mariusz Blaszczak, ha annunciato che i governi di Polonia,
repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, hanno rifiutato qualsiasi sanzione imposta da Bruxelles
ai Paesi che non accetano i rifugiati - ovvero i richiedenti asilo che a orde di decine di migliaia
al mese stanno invadendo ad esempio l'Italia - e ha insistito che il sistema di ricollocamenti
dei richiedenti asilo ha un effetto 'chiamata' invogliando trafficanti e masse
di africani senza alcun diritto d'accoglienza in Europa a continuare a invaderla.
"Crediamo che il ricollocamento di rifugiati abbia un effetto 'chiamata' e servirà solo ad attirare nuovi flussi di migranti in Europa",
ha ribadito Blaszczak a seguito di una riunione con gli omologhi del gruppo di Visegrad, alleanza tra Slovacchia, repubblica Ceca, Ungheria e Polonia.
"Stiamo parlando con un'unica voce",
per quanto riguarda l'emergenza migranti in Europa:
"affronteremo in modo solidale a qualsiasi sanzione che possa arrivare dall'Unione europea come rappresaglia per non voler
accogliere parte dei richiedenti asilo arrivati sulle coste di Italia e Grecia negli ultimi anni",
ha concluso il ministro Polacco.
"Siamo coscienti che la Commissione europea preveda minacce contro i nostri Paesi ma siamo solidali tra noi",
ha aggiunto.
Inoltre, Blaszczak ritiene
"privi di fondamento ed infondati"
ogni tentativo di punire le nazioni del Gruppo di Visegrad per il loro rifiuto ad accettare i rifugiati,
"dato che la politica di sicurezza è di competenza nazionale e non comunitaria".
E come ministro della Polonia, la sua missione è quella di evitare una situazione di insicurezza causata dagli
attacchi terroristici come quelli avvenuti in Francia, Germania o in Belgio.
Secondo il gruppo di Visegrad, il meccanismo di ricollocamenti progettato da Bruxelles
"non funziona",
perché si prevede la divisione tra i paesi dell'UE di 160mila persone e alla fine dello scorso maggio ne erano state trasferite
solo 20mila, il che dimostra che non solo i paesi del Gruppo di Visegrad e l'Austria non hanno accolto i richiedenti
asilo, ma anche tutti gli altri stati Ue.
Il politico polacco ha difeso l'opportunità di
"aumentare gli sforzi"
per assistere le vittime dei conflitti nei paesi limitrofi e non all'interno del territorio europeo.