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ref:topbtw-803.html/ Sabato 8 Marzo 2017/B



Il cartellino giallo

New York

Insomma Trump, cogliendo forse l'avvenimento Siriano "al volo" ha fatto vedere due cose:
la prima che l'arbitro è ancora lui, la seconda che chi ha pure in tasca il cartellino giallo.

E chi fa fallo se lo deve ricordare, perché dopo il cartellino giallo può arrivare pure quello rosso.

I morti da gas - stranamente pochi per essere le vittime di un attacco aereo con un gas nervino- sono stati solo un pretesto per scendere in campo.

Che il gas sia stato lanciato dai MIG russi di Assad ( senza che i russi lo sapessero ??? ) piuttosto che si siano sprigionati da un deposito dell'ISIS pieno di vecchie bombolette date in omaggio dalla Clinton, o da un impiantino di produzione locale realizzato da internauti che giocano al "piccolo chimico", ormai poco importa.

Come sempre, quando in campo l'arbitro mostra il cartellino giallo, una parte dello stadio applaude, una parte dello stadio fischia.

Questo è lo stadio del Palazzo di Vetro che si vede in TV :
una monumentale perdita di quattrini alloggiata in una fatiscente istituzione abitata da rissosi quanto inutili marionette di bamboline e soldatini.

Certo è che nessuno dei guardalinee si aspettava un Trump in campo, con tanto di fischietto a tracolla e cartellino giallo in mano e cartellino rosso in tasca.

Putin, Iran, Nord Corea, e pure Messico e Venezuela, ora iniziano a capire che l'arbitro fa sul serio e che potrebbe pure fischiare la fine della partita.

Per ora ha dato un puffetto sulla guancia ad Assad e pure al suo potente amico Putin, ma solo per far capire che, dopo il cartellino giallo può arrivare, appunto, quello rosso..

Ricordiamo che da cinqant'anni i Russi sono di casa a Damasco.

Il possente ed onnipresente KGB ha "istruito" il vecchio dittatore prima, ed il figlio poi, nell'arte della repressione, dello spionaggio, del controllo politico degli oppositori.

Ha insegnato a torturare, a far sparire i prigionieri , a deportare i clan antagonisti, e - ogni tanto - ad usare qualche vecchio gas.

Da cinquant'anni in Siria è esistito il solo partito unico, quello del Presidente, un solo figlio-erede del vecchio despota ( l'altro se ne è fuggito a Parigi da tempo immemorabile ) ed un sistema oligarchico-tribale basato sul consenso volontario..
dei soli membri del partito.

E l'occidente lo ha sempre saputo, gli USA lo hanno sempre lasciato fare, perché la Siria , con le sue basi aeronavali Russe, è sempre stato l'avamposto di Mosca nel mediterraneo.

Come la Crimea nel Mar Nero.

Insomma, per anni, si è lasciato che Mosca giocasse nel suo campetto da calcio in Siria, senza un arbitro..

Perché tanto le risoluzioni dell'ONU non contano più nulla, meno di un fico secco.

Israele che ora applaude a Trump è stata appena "redarguita" per aver autorizzato la costruzione di un nuovo insediamento da 20mila abitanti.. sul terreno fregato ai legittimi proprietari, gli arabi.

Ma il 7 Aprile 2017 l'arbitro è entrato in campo.
E non ha solo in mano il cartellino giallo, ma anche in tasca il cartellino rosso, e pure al collo il fischietto del fine partita.


( Giorgio Comerio )

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