È bastato uno spermatozoo come Raffaele Marra ad infettare
il movimento degli aspiranti reprobi, tanto da seccar loro la lingua pur ciarliera e convertirli
al "garantismo" più peloso, in assenza di reali anticorpi che non fossero la cialtronesca esibizione
di due camerieri falliti alla cena dei cretini (con camera).
A Roma, sul chi fosse Raffaele Marra e la sua cricca di potere incistata all'ombra di Virginia Raggi, lo sapevano praticamente tutti.
Forse con l'unica eccezione della "sindaca" che pure era stata ampiamente avvertita di quali
e tali parassiti andavano ingrassando al calore del suo Raggio Magico.
Riposto il cappio nel cassetto, adesso che l'onda lunga del malaffare è giunta a
lordare le toghette consiliari di Palazzo Senatorio, i forcaioli della setta parlano di "denunce facili"
dopo aver intasato le procure di tutta Italia con gli esposti più assurdi e pretestuosi.
Archiviata in fretta l'era della "trasparenza", sono sparite le telecamerine dal consiglio comunale
e niente più sedute streaming, per una sindaca latitante che diserta l'assemblea di una città
oramai abbandonata allo sbando più totale (come volevasi dimostrare) e parla solo per messaggi videoregistrati
Che poi la pupattola si sia lasciata usare come una sagoma di cartone, dagli avidi sottopanza ai quali
si è affidata ciecamente, è qualcosa che nemmeno i suoi mandanti potevano prevedere, tanto la gattamorta ha finito col fregare un po' tutti.
A questo punto, in termini di amministrazione corrente e gestione affidataria,
sarebbe molto interessante conoscere il ruolo e gli interessi della Casaleggio Associati
che, commissariata la "sindaca" oramai impresentabile,
si prepara ad affidare il governo della città direttamente al
suo referente di fiducia, Massimo Colomban, affiancato dallo staff legale dell'azienda.
Perché uno (non) vale uno.