ref:topbtw-4319.html/ 3 Settembre 2025
Nelle regioni del Nord Italia, Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, a partire dal prossimo 1° ottobre, è prevista
l’introduzione di restrizioni significative: come già avviene per Euro 4 e inferiori, le auto diesel fino a Euro 5 non potranno circolare
liberamente, nei centri abitati con più di 30.000 abitanti, nei giorni feriali (dalle 8:30 alle 18:30).
Queste misure si inseriscono in un contesto più ampio:
l’Unione Europea chiede una graduale riduzione delle emissioni per contrastare i cambiamenti climatici.
Ma se lo chiede in Europa, quali altri Paesi mettono in atto restrizioni così stringenti sulle auto vecchie?
# Lo chiede l’Europa… Ma solo in Italia si applicano misure così stringenti
Accesso Area B
Se è l’Europa a chiederlo, allora dovrebbe essere la prassi.
Ma così non è.
A fronte di blocchi che investono intere regioni del Nord Italia e fino ai quasi recenti Euro 5, oltre frontiera
i casi sono ancora limitati.
In Germania solo Monaco, Amburgo e Stoccarda limitano la circolazione in certe zone ai Diesel (fino agli Euro 4).
In Francia divieti, di regola contro gli euro 3, sono in atto nelle ZFE (zone a basse emissioni) di alcuni centri.
Sempre fino agli Euro 3 scattano i limiti a Bruxelles, ad Amsterdam e in altre città olandesi.
Più stringenti i divieti all’interno di alcune città danesi e a Stoccolma. Quindi, ad oggi, l’Italia rappresenta:
l’unico caso in Europa (e nel mondo) di divieti alla circolazione su scala regionale:
altrove, al massimo, i limiti riguardano i centri urbani, spesso solo alcune zone
l’unico caso in Europa (e nel mondo) di divieti così estesi applicati fino a vetture così recenti (euro 5):
altrove, di solito si arriva solo agli Euro 3 e senza un blocco esteso come quello attivato nelle città del Nord Italia.
Quindi la motivazione dell’Europa sembra piuttosto una scusa ipocrita. Ma non solo: la politica di impedire la circolazione alle auto più vecchie
ha davvero un effetto positivo sul clima?
# L’effetto dei divieti?
Aumentare il numero di auto circolanti sul pianeta
L’obiettivo dichiarato è nobile: far sparire dal traffico i veicoli più inquinanti.
E nelle nostre regioni?
Spesso non finiscono dismesse, bensì esportate verso mercati dove le normative ambientali sono meno rigorose,
come alcuni Paesi dell’Africa o dell’Europa dell’Est.
Il risultato?
Le auto continuano a circolare, inquinando altrove.
Quindi le auto inquinanti continuano a inquinare.
Non solo:
i cittadini coinvolti spesso si trovano costretti a comprare auto nuove per sostituire le vecchie, generando consumismo
e incremento di produzione (e quindi emissioni) lungo tutta la catena industriale.
Riassumendo:
le politiche che limitano la circolazione delle auto vecchie per “salvare il pianeta” della UE (in realtà messe in atto solo in Italia),
hanno come effetto:
– che si vendono le auto vecchie che continuano a circolare in paesi africani e dell’est Europa
– che si comprano nuove auto che senza tali politiche non si sarebbero acquistate.
Risultato?
Si diffondono ancora più auto che inquinano il pianeta.
( Redazione )
La chiosa dell'editore.
Come sempre..
non è tutto rottame quello che luccica...
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