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ref:topbtw-3843.html/ 22 Gennaio 2024



abitazioni vuote...
una su quattro..


Su 35,3 milioni di abitazioni, 9,6 non sono permanentemente occupate.

L'incidenza maggiore delle abitazioni non occupate si registra a Sondrio (56,1%), quella minore a Prato (7,8%).

Valori maggiori nelle zone ultraperiferiche (56,3%) e nella montagna interna (47%).

Nel corso degli ultimi decenni si è assistito a uno spostamento progressivo – anche se non sempre lineare – della popolazione dalle aree interne verso le zone più centrali del paese, in cui sono presenti più servizi e più opportunità lavorative.

Questo movimento incide su numerosi aspetti, uno dei quali la disponibilità di abitazioni.

Da un lato infatti nelle zone più attrattive ci si trova di fronte a vere e proprie emergenze abitative, data la scarsità di case disponibili.

Dall’altra, nelle aree più distanti dai poli, ci sono strutture non abitate oppure sfruttate come seconde case.

Si tratta di temi centrali anche nell’ottica delle amministrazioni: a seconda di quanto le aree sono popolate e del tipo di locazioni presenti, possono predisporre in modo più o meno capillare i servizi, oltre ad ottenere diverse entrate di tipo economico.

È inoltre importante notare che tra le abitazioni non occupate in modo permanente sono incluse non solo le strutture disabitate ma anche le seconde case, aspetto importante soprattutto per le mete turistiche.

Si tratta comunque di un indicatore interessante da considerare per valutare gli effetti dello spopolamento e della sovrappopolazione in certe aree del paese.

Nel 2021, le abitazioni registrate in Italia sono circa 35,3 milioni.

Di queste, 9,6 non risultano occupate permanentemente da almeno una persona che ha la dimora abituale.

27,2% la quota di abitazioni non permanentemente occupate in Italia

( Redazione - Openpolis)


Link:
https://www.openpolis.it/in-italia-circa-1-abitazione-su-4-non-e-permanentemente-occupata/


La chiosa dell'editore.

In realtà case ed appartamenti sono il classico investimento "sicuro" del tempo passato per figi e nipoti.
Il mattone poi comunque paga le tasse e costa in manutenzione..
La qual cosa significa in ogni caso lavoro per migliaia di addetti.
Insomma sono miliardi di euro ben radicati sul suolo italiano e non all'estero, ove comunque il mattone italiano è già ben presente..


L'ITALIA che NON MUORE....


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