ref:topbtw-3448.html/ 10 Settembre 2022
PNRR e sua attuazione
Come buona parte delle misure legislative, anche quelle legate al Pnrr richiedono una quota di atti di secondo livello per essere
implementate.
Le dimissioni del governo però potrebbero comportare rallentamenti anche da questo punto di vista.
Lo scorso 21 luglio il presidente del consiglio Mario Draghi ha deciso di rassegnare le sue dimissioni definitive dopo che una parte delle forze
politiche che lo sostenevano ha deciso di non rinnovargli la fiducia.
Questo passaggio, unito allo stop ai lavori per la pausa estiva,
ha comportato inevitabilmente un rallentamento nell’attività dell’esecutivo.
Nonostante il governo sia rimasto in carica per il disbrigo degli affari correnti infatti, il suo margine di intervento risulta
limitato non avendo più una piena legittimazione politica.
Ad esempio, palazzo Chigi ha escluso la possibilità di varare interventi contro l’aumento del costo dell’energia che comportino
uno scostamento di bilancio.
Lasciando quindi la responsabilità di questa decisione sulle spalle del prossimo governo.
Molte questioni rimaste insolute quindi dovranno essere affrontate dalla maggioranza che uscirà dalle urne il prossimo 25 settembre.
Inclusa quella dell’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Da questo punto di vista, un elemento passato un po’ in sordina sui media ma da non sottovalutare riguarda la pubblicazione dei decreti attuativi.
Quelle norme di secondo livello cioè che contengono le indicazioni operative di dettaglio indispensabili per dare concreta applicazione
alle riforme previste dal piano.
54 su 153 i decreti attuativi legati alle misure legislative del Pnrr che ancora non sono stati pubblicati.
Alla data del 26 agosto, erano circa un terzo le attuazioni che ancora mancavano all’appello.
In un momento di transizione come questo, è
di fondamentale importanza tenere sotto controllo anche questo aspetto.
Come abbiamo raccontato infatti, in passato i soggetti coinvolti in questa attività (principalmente i ministeri) non sono stati particolarmente
solerti nella pubblicazione delle attuazioni.
Il Pnrr però prevede delle scadenze molto stringenti che
non possono essere mancate se non si vuole rischiare di perdere le risorse assegnate al nostro paese.
Le riforme del Pnrr sono propedeutiche al completamento degli investimenti.
Le riforme che ancora devono vedere la luce saranno oggetto di un futuro approfondimento.
In questo caso invece ci concentriamo sull’analisi di quegli atti legislativi che sono già stati pubblicati per dare attuazione al Pnrr.
Nell’analizzare questo dato è importante tenere presente che una serie di norme si sono rese necessarie per creare un’organizzazione ad hoc per
la gestione del piano. Va in questa direzione ad esempio il Decreto legge 77/2021 che introduce una serie di semplificazioni volte
a velocizzare le procedure oltre che delineare la governance.
A questo tipo di atti si aggiungono poi le riforme vere e proprie previste nel piano, come la riforma dei processi civile e penale e quella
del pubblico impiego.
In questo quadro poi si sono inseriti anche degli ulteriori decreti legge, inizialmente non previsti ma resisi necessari per
velocizzare le procedure e rispettare il cronoprogramma.
È il caso dei Dl 152/2021 e 36/2022.
Alla luce di questa considerazione, anche in base alle informazioni fornite dal centro servizi della camera,
possiamo osservare che sono 17 gli atti aventi forza di legge emanati finora.
Il decreto legge è stato lo strumento normativo utilizzato di più.
Seguono le leggi delega (4) e quelle ordinarie (3, di cui due sono le leggi di bilancio per il 2021 e il 2022).
Emanati già 9 decreti legge per attuare il Pnrr
( Redazione -. Openpolis )
Link
https://www.openpolis.it/il-pnrr-e-il-tema-dei-decreti-attuativi-mancanti/
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