ref:topbtw-3173.html/ 9 Dicembre 2021
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie
e valutare pratiche politiche.
Nelle ultime settimane l’attenzione di media e opinione pubblica, almeno per quanto riguarda le dinamiche politiche,
si è concentrata principalmente sulla ricerca di un successore per Sergio Mattarella e sulle discussioni legate alla
legge di bilancio.
Oltre che sulla recrudescenza del Covid-19. Ma un elemento che forse è passato maggiormente in sordina è stato
il massiccio ricorso al voto di fiducia fatto dal governo nelle ultime settimane.
Solo nel mese di novembre infatti l’esecutivo ha posto 6 questioni di fiducia.
Si tratta del valore più alto per il governo Draghi dal suo insediamento.
28 le questioni di fiducia poste dal governo Draghi in 10 mesi.
Fra le motivazioni che hanno portato all’utilizzo di questo strumento, la necessità di velocizzare i tempi
per convertire i decreti legge emanati per fronteggiare l’emergenza Covid entro la scadenza.
Ma anche il bisogno di approvare le riforme previste dal piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) entro i
tempi stabiliti.
Il risultato di questa situazione è la conferma, anche con il governo Draghi, del ruolo subalterno del
parlamento rispetto all’attività dell’esecutivo.
La fiducia, uno strumento stravolto dalla prassi
Esistono diversi tipi di “voto di fiducia”. Ma non tutte sono contemplate dalla costituzione.
L’articolo 94 della carta infatti prevede che il governo debba ottenere la fiducia del parlamento attraverso
il voto su una specifica mozione.
Allo stesso modo camera e senato possono sfiduciare un esecutivo o un suo singolo componente.
Passaggio che comporta l’obbligo di dimissioni.
Il tipo che però negli ultimi anni è diventato più ricorrente è quello in cui il governo
pone la questione di fiducia su singoli progetti di legge considerati decisivi per l’attuazione del programma.
Quando un governo pone la questione di fiducia su un disegno di legge lega il suo destino a quello del testo.
Qualora il provvedimento non venga approvato l’esecutivo è costretto a dimettersi.
ma..
La questione di fiducia su singoli Ddl non è prevista dalla costituzione.
7 i decreti legge decaduti (o abrogati) durante il governo Draghi poiché non convertiti in tempo
dal parlamento.
Con l’obiettivo di convertire in tempo i decreti ma anche per rispettare le altre scadenze,
su tutte quelle legate al Pnrr e al bilancio dello stato, negli ultimi mesi il governo ha iniziato
a fare sempre più ricorso alla fiducia per blindare i provvedimenti più delicati.
Se nei primi 5 mesi di governo infatti lo strumento era stato utilizzato pochissime volte,
a partire da luglio si è registrata un’inversione di tendenza.
Con un incremento che ha toccato l’apice proprio a novembre.
Mese in cui tra camera e senato sono state poste 6 questioni di fiducia.
Dall’inizio della legislatura si sono tenuti 80 voti di fiducia..
( Per gentile concessione di OPENPOLIS - www.openpolis.it )
Link:
https://www.openpolis.it/questioni-di-fiducia-un-novembre-da-record/
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