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ref:topbtw-2978.html/ 27 Maggio


- Politica
I numeri alla mano..


ITALIA


L'ESERCIZIO DEL POTERE.

Governo Draghi: 3 mesi dopo..


I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche.

Con i "Numeri alla mano" facciamo proprio questo.


Il nuovo governo ha cercato di differenziarsi rispetto al predecessore.
Ad esempio ha rinunciato all’utilizzo massivo dei Dpcm.
Ciò però ha portato ad una proliferazione dei decreti legge, con la conseguenza che l’agenda del parlamento è sempre satura.


Lo scorso 13 febbraio Mario Draghi giurava come nuovo presidente del consiglio. A distanza di poco più di 3 mesi dall’insediamento del nuovo esecutivo possiamo tracciare un primo bilancio della sua attività.

Leggi anche I ministri del governo Draghi.

Sotto alcuni aspetti, Draghi ha cercato di marcare una differenza rispetto al precedente governo.

L’attuale presidente del consiglio ad esempio ha immediatamente ceduto la delega sui servizi segreti affidandola a Elisabetta Belloni.

Il nuovo inquilino di palazzo Chigi ha inoltre rinunciato all’utilizzo dei decreti del presidente del consiglio per gestire l’emergenza Covid-19, privilegiando il ricorso ai decreti legge.

Una scelta che rispondeva alle critiche mosse al precedente esecutivo di un uso eccessivo ed improprio di questo strumento.

Ciò però ha portato ad una proliferazione dei decreti legge con la conseguenza di saturare l’agenda del parlamento.

In questo modo non solo a deputati e senatori rimane poco tempo per entrare nel merito delle misure varate dal governo data la necessità di convertire i dl entro 60 giorni, ma resta anche poco spazio per occuparsi di altro.

18 su 21
i disegni di legge di iniziativa governativa approvati durante il governo Draghi.

Le critiche al governo Conte II

Come noto, il nuovo governo di unità nazionale si è formato a seguito delle dimissioni di Giuseppe Conte che, con l’uscita di Italia viva dalla maggioranza, difficilmente avrebbe avuto i numeri per continuare a governare.

Tra le motivazioni che hanno portato al cambio di esecutivo vi era certamente quella legata ad una gestione dell’emergenza giudicata insufficiente, con molti esponenti politici che avevano auspicato un “cambio di passo”.

Un’altra critica mossa al precedente esecutivo riguardava l’uso ritenuto eccessivo ed improprio di una fonte normativa di secondo livello come il decreto del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm) per regolare aspetti di fondamentale importanza per la vita dei cittadini.

Tra cui la chiusura delle attività produttive e la suddivisione delle regioni in fasce di colore in base all’andamento dei contagi.

Leggi anche Il difficile rapporto tra governo e parlamento sull’adozione dei Dpcm.

Infine una critica mossa direttamente all’ex premier riguardava la mancata cessione della delega relativa ai servizi segreti.

Incarico che Conte ha lasciato solo pochi mesi prima delle sue dimissioni e che comunque aveva affidato ad un uomo di sua fiducia e cioè l’ambasciatore Pietro Benassi, già consigliere diplomatico di Conte.

Ma al di là di queste critiche, il cambio di passo auspicato dalle forze politiche c’è stato veramente?
Se da un lato possiamo osservare che Draghi ha cercato di marcare un differenza con il precedente esecutivo sotto alcuni aspetti, come vedremo i numeri confermano che è ancora il governo a tenere saldamente in mano le redini della politica, con il parlamento relegato ad un ruolo secondario.

I numeri del parlamento

Dall’insediamento dell’attuale esecutivo sono stati approvati definitivamente 21 disegni di legge (ddl) per una media di circa 7 al mese.

Allargando lo sguardo all’intera legislatura possiamo osservare che i ddl approvati sono complessivamente 189.
Sessantanove leggi sono state approvate durante il governo Conte I, per una media di 4,6 al mese.

Mentre durante il Conte II i ddl approvati definitivamente sono stati 99 per una media di 5,8 al mese.

I numeri della nuova maggioranza di unità nazionale sono dunque, almeno per il momento, in linea con quelli del governo precedente.

Durante il governo Draghi approvate circa 7 leggi al mese

Una conseguenza dell'impatto del Covid sui lavori del parlamento è stata la necessità di approvare rapidamente le misure di contrasto al virus e di sostegno alla cittadinanza.

Ciò ha avuto come conseguenza il fatto che le camere abbiano attribuito una priorità assoluta alla discussione dei disegni di legge di iniziativa governativa.

Il Covid ha quindi contribuito ad accentuare una dinamica già in corso da tempo.

Cioè l’altissimo tasso di successo delle proposte di legge di iniziativa governativa rispetto a quelle di iniziativa parlamentare.

La necessità di convertire in legge entro 60 giorni i Dl di fatto obbliga infatti camera e senato a conformare le proprie agende ai voleri del governo, lasciando poco spazio per affrontare altri temi.

Se infatti dei 9 decreti legge convertiti dall’insediamento del nuovo governo 3 risalivano all’esecutivo Conte, dobbiamo anche tenere presente che sono già 14 i Dl complessivamente emanati dal nuovo governo di cui 6 devono ancora concludere il loro percorso in parlamento.

14 decreti legge emanati dal governo Draghi.


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27 Maggio 2021 -ROMA - - OPENPOLIS - https://www.openpolis.it
- Tutti i numeri..( Link )

( Per gentile concessione di OPENPOLIS - www.openpolis.it )


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