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Per la prima volta in Italia pubblichiamo gli importi banditi dallo stato per l'acquisto dei quattro tipi di vaccino
attualmente autorizzati.
Ma occorre più trasparenza sui contratti stipulati con le cordate farmaceutiche.
977,3
milioni di euro messi a bando per l'acquisto di beni e servizi dedicati alle vaccinazioni, esclusi gli accordi quadro.
All'8 aprile 2021 il commissario straordinario ha indetto 4 bandi per l'acquisto delle dosi vaccinali, uno per ogni
tipo di vaccino.
Questi importi rappresentano l'88,4% del totale delle somme riguardanti le vaccinazioni.
Il restante 11,6% è relativo a lotti emanati soprattutto per servizi logistici di movimentazione e magazzinaggio,
siringhe e padiglioni temporanei per la somministrazione dei vaccini.
Quest'ultimo è un bando voluto dall'ex commissario Arcuri, ma successivamente revocato dal suo successore Figliuolo.
In poco più di un anno di pandemia lo stato e le altre amministrazioni pubbliche italiane hanno indetto più di 14mila
bandi con l’obiettivo di acquistare beni e servizi necessari a fronteggiare l’emergenza.
Di questi, più di cento riguardano le vaccinazioni.
Finora sono stati messi a bando importi pari a 15,6 miliardi di euro, se escludiamo gli accordi quadro, vale a dire
le procedure che prevedono un affidamento diretto all’impresa, ma in seguito alla conclusione di una convenzione
con una serie di aziende fornitrici.
Di questo volume di risorse pubbliche, somme pari a quasi un miliardo di euro sono state bandite per i vaccini e forniture
legate alle vaccinazioni anti-Covid.
Sono questi alcuni dei dati significativi dell’osservatorio bandi covid, attraverso il quale da mesi
monitoriamo gli acquisti pubblici effettuati dall’inizio dell’emergenza coronavirus in Italia.
15,6 miliardi di euro messi a bando per l’acquisto di beni e servizi nell’emergenza Covid, esclusi gli accordi quadro,
all’8 aprile 2021
Chi acquista cosa
Rispetto all’ultimo aggiornamento dei dati dell’osservatorio, le tendenze generali che nell’ultimo anno sono andate
via via consolidandosi non sono mutate.
Dei 15,6 miliardi messi a bando, 5,7 miliardi risultano ad oggi aggiudicati.
Continua ad essere centrale il ruolo della struttura commissariale, dal 1 marzo guidata da Francesco Paolo Figliuolo.
La maggior parte degli importi (il 54,3%), infatti, è stato bandito dal commissario straordinario per l’emergenza
Covid-19, che dal 17 marzo all’8 aprile ha aumentato la sua centralità (+2% rispetto all’ultimo aggiornamento).
L’85,9% degli importi, inoltre, è stato assegnato con procedure semplificate, attraverso la procedura negoziata
senza previa pubblicazione del bando (66,9%), l’affidamento diretto in adesione a un accordo quadro (10,7%) e
l’affidamento diretto (8,3%).
Con la procedura negoziata senza previa pubblicazione le stazioni appaltanti possono negoziare i termini
del contratto con un minimo di 5 operatori economici (se sussistono in tale numero) senza pubblicare preventivamente un bando
di gara.
Questi tipi di procedure semplificate vengono incoraggiate dalla normativa in fase di emergenza, con l’obiettivo
di velocizzare i tempi.
Gli acquisti più ricorrenti, inoltre, continuano ad essere legati alle mascherine e altri dispositivi
individuali (il 55% del totale), seguiti dalle forniture di prodotti o servizi per l’analisi,
come tamponi e test (13,6%) e da attrezzature per la terapia intensiva e la rianimazione (8,8% del totale).
L’approvvigionamento legato alle vaccinazioni rappresenta il 6,3% del totale delle somme bandite dall’inizio dell’emergenza.
Per mascherine e dpi in Italia messi a bando 8,6 miliardi di euro..
Importi base d'asta e importi di aggiudicazione dei lotti Covid per tipologia di fornitura (esclusi gli accordi quadro)
Non sono stati pubblicati ancora i contratti tra la Commissione europea e le aziende, fatta eccezione per Astrazeneca,
oltre che per i vaccini CureVac e Sanofi-GSK, la cui somministrazione non è però ancora stata autorizzata.
Il contratto tra commissione Ue e Astrazeneca, stipulato nell'agosto 2020 e reso pubblico lo scorso febbraio, contiene
inoltre una serie di omissis che non permettono di visionare i prezzi delle dosi concordate.
Per gli altri bandi potremmo solo supporre di quali vaccini si tratti perché, a partire dal numero di dosi
indicate nell'oggetto del lotto e dall'importo complessivo, si potrebbero dedurre i costi unitari per vaccino.
Prezzi che, tuttavia, ad oggi sono emersi solo attraverso articoli di stampa, per esempio scritti a partire da un
tweet pubblicato e poco dopo cancellato (ma mai smentito) dalla ministra del bilancio belga, o esclusive giornalistiche,
come quella di Report, che il 17 aprile scorso ha pubblicato integralmente i contratti con BioNTech-Pfizer e Moderna.
Se è vero che in un'emergenza come quella che il mondo vive da più di un anno la rapidità di azione è un fattore
fondamentale, è altrettanto doveroso garantire un reale processo di trasparenza, perché riguarda direttamente
la salute della popolazione, oltre che l'impiego e la gestione di ingenti risorse pubbliche.
Questo lo si può fare solo a partire da dati certi, e provenienti da fonti istituzionali, che al di là
delle stesure contrattuali colleghino in modo comprensibile per tutti i cittadini i prezzi di acquisto e i relativi bandi.
Come abbiamo già fatto per i bandi relativi ai primi mesi dell'emergenza, torniamo a chiedere con decisione
la pubblicazione di dati e contratti relativi a tutti i vaccini che vengono e verranno somministrati
in Italia e in Europa.
Affinché gli analisti, i media e soprattutto i cittadini possano comprendere a pieno chi acquista cosa e a quale prezzo.
E di conseguenza, a partire dai dati, avere gli strumenti per valutare l'efficacia della campagna vaccinale.
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21 Aprile 2021 -ROMA - - OPENPOLIS -
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