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guanta il vaccino..guanta il vaccino..
"Smettetela di vaccinare chi ha meno di 60 anni.
Smettetela di vaccinare i giovani, i ragazzi,
psicologi di 35 anni perché sono operatori sanitari anche loro!
Ma con che coscienza un giovane che non è compreso salta la lista e si fa vaccinare?!"
(Mario Draghi, 08/04/2021)
Da una boccuccia così compita e perbene, può uscire qualunque cosa.
Perché tanto, qualsiasi cosa dirà, troverà sempre una stampa prostrata e prostituita di apologeti in
salivazione estatica, più intenta a lustrare le sacre terga dell'ennesimo omino della provvidenza,
piuttosto che svolgere con un qualche straccio di dignità il proprio lavoro.
Da watchdog a cagnetti da compagnia per salotti padronali.
Sorvolando sull'inopportunità per cui un "giovane", mentre si trova nel fiore degli anni
(e nel suo massimo sforzo contributivo a livello fiscale, col quale il 'Sistema' finanzia se stesso),
dovrebbe tenere meno alla propria vita di un 90enne non deambulante, sarà il caso di far gentilmente notare
che, fino a prova contraria, è stato proprio un certo Draghi Mario ad introdurre l'obbligo vaccinale
per tutti gli operatori sanitari, e specificatamente proprio per gli psicologi, nel suo ultimo decreto
legge promulgato giusto una settimana fa: il DL n.44 del 1 Aprile 2021.
Decreto prontamente recepito dall'Ordine professionale degli Psicologi, che così informava i propri iscritti:
Gentile ******
Ti scriviamo per informarti di alcune importanti novità normative sulle misure di contenimento
dell'epidemia da COVID-19 e in materia di vaccinazioni.
Il Decreto-legge n. 44 del 1 aprile 2021 ha introdotto infatti l'obbligo per tutti i professionisti sanitari,
tra cui anche gli Psicologi, di sottoporsi a vaccinazione ai fini dell'esercizio della professione
e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative.
Ai fini dell'insorgenza dell'obbligo, non rileva la modalità di esercizio della professione
(rapporto di lavoro dipendente e/o libera professione).
La vaccinazione non è obbligatoria e può essere omessa o differita nei soli casi di accertati pericoli per
la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale.
Il Decreto-legge n. 44/2021 stabilisce anche una procedura uniforme a livello nazionale per vigilare
sull'obbligo vaccinale, che coinvolge Ordini professionali, Regioni e ASL di competenza.
Nelle prossime ore, dando attuazione alle disposizioni normative contenute nel decreto, l'Ordine trasmetterà
alle diverse Regioni italiane i dati anagrafici di tutti i suoi iscritti, a prescindere da una eventuale precedente
adesione al piano vaccinale.
Insieme alle informazioni anagrafiche, per facilitare le operazioni di contatto l'Ordine trasmetterà, ove disponibile,
anche il domicilio digitale (Posta Elettronica Certificata) di ciascun professionista.
La trasmissione dei dati anagrafici rappresenta un passaggio propedeutico alla successiva verifica della
condizione vaccinale del professionista da parte della Regione competente, che - accertata la mancata
vaccinazione - si attiverà per consentire la rapida presa in carico.
La norma prevede che in caso di inosservanza dell'obbligo vaccinale da parte del professionista, la ASL determina
la sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o comportano,
in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio da SARS-CoV-2 e ne dà immediata comunicazione scritta
all'interessato, al datore di lavoro e all'Ordine di appartenenza.
L'Ordine quindi comunica immediatamente ai non-vaccinati la sospensione "dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni
che implicano contatti interpersonali o comportano, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio",
che mantiene efficacia fino all'assolvimento dell'obbligo vaccinale o, in mancanza, fino al completamento
del piano vaccinale nazionale e comunque non oltre il 31 dicembre 2021.
È importante tuttavia precisare che non vi è alcun rischio imminente di sospensione per i non-vaccinati.
Infatti, prima che la ASL adotti l'"atto di accertamento" che determina la sospensione dal diritto di svolgere
prestazioni che implicano contatti interpersonali, la stessa ASL deve invitare lo stesso professionista
a sottoporsi a vaccinazione e chiaramente deve garantirgli la possibilità di accesso alla vaccinazione.
Ricordiamo inoltre come la campagna di vaccinazione avviata nelle scorse settimane stia proseguendo e pertanto,
a prescindere dall'eventuale precedente adesione al piano vaccinale su base volontaria, i professionisti non
ancora sottoposti a vaccinazione verranno comunque contattati dalle competenti autorità sanitarie.
Ora, a meno che non si tratti di un pesce di Aprile, di un caso di omonimia (Mario Draghi vs Draghi Mario), o di amnesia
senile per dissociazione mentale, verrebbe da chiedersi se il Messia-Salvatore legga i decreti che lui stesso
va emanando e firmando.
Fortuna che ci sono categorie ben più a rischio che vengono tempestivamente vaccinate con coscienza:
tipo i "guardiaparco" che percorrono i boschi dell'Abruzzo, qualora si imbattano in qualche campeggiatore abusivo,
infrattato tra orsi e fagiani.
Ma anche la vaccinazione dell'intero corpo magistrati, prontamente estesa a tutti gli "operatori del comparto giustizia"
(cancellieri, personale amministrativo, avvocati), visto l'alto rischio di contagio determinato dallo svolgimento di
udienze in aule spesso anguste e prive di areazione, in edifici spesso vetusti e non adeguati ad assicurare
il distanziamento minimo fra le persone idoneo a prevenire il contagio.
Praticamente, il 90% dei luoghi di lavoro in Italia (e dei mezzi pubblici!).
Ovviamente, il problema sono le vaccinazioni degli operatori sanitari (con che coscienza, signora mia!) e
dei famigerati psicologi 35enni.
Per non parlare dei soliti giovani!
Se per l'appunto, non fossimo dinanzi al sacro cospetto del Messia-Salvatore, il Mosè venuto a trarre in salvo il
popolo negletto nella terra incerta del vaccino promesso, verrebbe quasi da pensare di trovarsi davanti ad un coglione.