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Fra poco l'intero reddito del ceto medio siciliano servirà per finanziare la Pubblica Amministrazione.
1,1 milioni di siciliani, su 1,3 milioni che lavorano, producono, tutti insieme, i ventisei miliardi necessari per
sostenere la cifra di pari importo dei servizi non vendibili regionali.
Il risultato è che "Il post covid ci regalerà questo panorama dove il Leviatano si ciba di sé stesso e rischia di morire.
" A dichiararlo è Claudio Melchiorre, presidente del MEC, Movimento Elettori e Consumatori.
Gli anni 60 furono il tempo della svolta. La Sicilia povera, rurale, si trasformò in terra di crescita, lenta ma costante.
Poi, la svolta degli anni 90. L'insipienza regionale ha portato alla distribuzione di sempre maggiori quote
dei bilanci pubblici sotto forma di aiuti e di sostegno al reddito, se non di stipendi, più che di lavoro.
"A distanza di 60 anni, il ceto medio siciliano si trova nella stessa situazione dei sudditi di Nottingham,
sotto Giovanni Senza Terra, ma senza Robin Hood.
Il loro reddito, per intero, equivale alla spesa per i servizi non vendibili regionali."
La crisi Covid ha acuito, ma non costruito la contrazione del PIL siciliano.
Questa è precedente al Covid. Già nel 2019 la produzione si fermò a ottantotto miliardi, con gli investimenti
ridotti del 14,9% rispetto all'anno precedente, e la quota dei servizi non vendibili, che possiamo definire
produzione della Pubblica Amministrazione e addentellati, era a ventisei miliardi.
Quella quota, insieme di spesa e produzione, è sostanzialmente stabile, ma la progressiva riduzione del PIL siciliano nel
2020 e prevedibile nel 2021, portano il PIL interno a una ulteriore riduzione, fino a settantasei miliardi,
che porta la quota dei servizi non vendibili a rappresentare circa un terzo del valore nominale della produzione.
Applicando i parametri sulla distribuzione del reddito, si ricava la sostanziale equivalenza tra servizi
non vendibili e valore prodotto dal ceto medio siciliano, vale a dire la porzione di popolazione che paga sicuramente la tasse.
"La deduzione è che la Sicilia tratta la popolazione produttiva come organismo da sfruttare e il risultato
è che proprio il ceto medio sta scendendo sempre più rapidamente verso la povertà."
I dati generali sull'occupazione confermano il quadro drammatico:
il tasso di attività sarà sceso sotto il 50%,
appena si esaurirà la legislazione eccezionale dovuta alla crisi del Covid.
Fino al 15% dei lavoratori privati rischieranno di perdere la loro occupazione.
Circa 120mila persone potrebbero subire la perdita del posto di lavoro o la drastica riduzione della
retribuzione familiare che si attesterà anche diecimila euro più in basso.
"La quota di popolazione produttiva scende, anziché salire.
La Pubblica amministrazione consuma quanto produce il ceto medio.
Pensare che da questa categoria di siciliani possano arrivare nuove risorse per limitare i danni della riduzione
delle entrate pubbliche è impossibile."
Secondo l'analisi del MEC, anche l'eventuale attività di accertamento tributario
si scontrerà con il collasso della classe media.
"Dobbiamo ricordare che le famiglie siciliane mangiano sempre meno carne, e non perché sono diventati vegetariani.
La dieta si compone sempre più di junk food, maiale, forme alternative di approvvigionamento alimentare."
Secondo i consumatori, anche le cure mediche personali, a cominciare da quelle dentistiche, vengono trascurate.
Molte famiglie cercano di ritardare il più possibile le riparazione delle auto e della casa e se il sistema
delle ristrutturazioni con il contributo del 110% non entrerà a regime, riducendo al minimo le possibilità
di errore, molti rinunceranno anche alla possibilità di abitare in case sane e rispettose dei vincoli ambientali.
"Lo stellone siciliano non c'è più.
Siamo arrivati alla resa dei conti.
I siciliani sono ostaggio di una Pubblica Amministrazione che paga i propri dipendenti fino al doppio dei
dipendenti privati.
Questo non vuol dire che i primi navighino nell'oro, vuol dire che senza programmi di sviluppo seri,
il nerbo della Sicilia sparirà presto o dovrà prendere consapevolezza della sua condizione per difendersi."
Fonte:
MEC Movimento Elettori Consumatori [movimentomec@gmail.com]
( Redazione. )
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