ref:topbtw-1972.html/ 5 Aprile 2020/A
Milano -
MOLTO PROBABILE CHE IL VIRUS SIA ARRIVATO IN ITALIA CON I VOLI DA WUHAN GIA' IN GENNAIO. SE FOSSERO STATI BLOCCATI...
"E' molto probabile che l'infezione sia arrivata in Italia attraverso i tre voli settimanali da e per Wuhan prima
che le nostre autorità bloccassero i voli dalla Cina o che il virus possa essere portato in Italia e
in altri paesi del mondo dalla miriade di voli che hanno collegato l'epicentro
della pandemia (il focolaio di Wuhan) con migliaia di altre città".
"L'aeroporto di Wuhan aveva infatti contatti con le principali città cinesi e del mondo.
Va ricordato ancora che le autorità cinese hanno messo il cordone sanitario a Wuhan dopo aver lasciato
uscire 5 milioni di abitanti".
E' quanto ipotizza Walter Pasini, epidemiologo e direttore del Centro di Travel Medicine and Global Health.
"Tutti i paesi del mondo, Italia inclusa - secondo l'esperto - hanno dimostrato impreparazione di fronte a un'evenienza,
l'arrivo dell'epidemia nel proprio paese, che avrebbe dovuto invece considerarsi inevitabile.
Era evidente che attraverso i viaggi internazionali, l'enorme flusso di voli intercontinentali,
il virus sarebbe arrivato in Italia e nel resto del mondo.
Così settimane preziose sono lasciate passare senza acquisire dispositivi di protezione individuale, addestrare personale
e mettere in atto il sistema di sorveglianza epidemiologica".
"Come è arrivato il virus in Italia? Si è ipotizzato che il virus sia entrato in Italia dalla
Germania attraverso un uomo d'affari di 33 anni che aveva accusato mal di gola, brividi e mialgie il 24 gennaio, 2020.
L'uomo, secondo la ricostruzione del contagio, descritta da Camilla Rothe sul 'New England Journal of Medicine'
del 5 marzo 2020 avrebbe poi sviluppato febbre e tosse.
Prima dell'inizio dei sintomi, egli aveva partecipato il 20 e 21 gennaio a una riunione con una partner
cinese, appartenente alla stessa compagnia, residente a Shanghai".
"La donna durante il suo soggiorno a Monaco - ricorda PASINI - non aveva avuto alcun sintomo
della malattia che invece aveva manifestato durante il viaggio di ritorno in Cina
dove sarebbe poi risultata positiva al test il 26 gennaio successivo.
Il giorno 27 avrebbe informato della cosa la compagnia e tra il 28 e il 29, il giovane manager tedesco
e tre altri impiegati della compagnia sono risultati positivi al Covid-19."
"Di questi tre pazienti, solo il paziente numero 2 aveva avuti contatti con la manager cinese.
Gli altri due col loro collega. Il cluster descritto da Rothe conferma l'importanza degli asintomatici
nel trasmettere la malattia, ma non vuol dimostrare che quell'evento sia stato all'origine del contagio in Italia
o, posto che abbia innescato una catena di trasmissione in Italia, sia stato il primo a farlo.
Altri cluster sono stati descritti anche in Francia e in altre nazioni.
Altre catene di trasmissione non hanno avuto verosimilmente alcun autore che le descrivesse".
Il virus, però, è partito dalla Cina per arrivare in Italia.
"Va detto ancora che la segnalazione all'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dell'elevato numero
di polmoniti a Wuhan è stato fatta dalla Cina con grave ritardo, solo il 31 dicembre 2019, quando l'epidemia
era già estesa ed è possibile che il contagio sia arrivato in Italia addirittura in dicembre attraverso
i tre voli settimanali da e per Wuhan o attraverso viaggiatori che abbiamo avuto contatti con cittadini di Wuhan.
Forse il sistema di sorveglianza epidemiologica italiano a livello nzionale avrebbe potuto approfondire i
casi di polmonite segnalati negli ospedali della Lombardia in quel periodo".
Cosa che non venne fatta.
A fronte di tutto ciò, appare ancor più raggelante la reazione che ebbe a fine gennaio il governo Conte,
che alla richiesta del leader della Lega Matteo Salvini di
"chiudere immediatamente le frontiere e interrompere con effetto immediato il voli da per la Cina e qualsiasi
altro percorso da quella nazione all'Italia"
rispose accusando a sua volta Salvini e la Lega di "spargere allarmismo ingiustificato".
Lo stesso premier Conte rilasciò diverse interviste televisive andate in onda sui princiali canali tv
italiani nelle quali ribadì più volte che l'Italia
"è prontissima ad affrontare l'eventuale epidemia di coronavirus",
addirittura sottolienando che
"in Italia il virus non gira, non è presente".
In appoggio a questa tesi completamente errata e alla supponente "verità" di un Italia "pronta ad affrontare l'emergenza"
- che richiama le terribili affermazioni del Duce sui milioni di baionette pronte a difendere la patria
con l'apocalisse di morti e distruzioni che seguì nella Seconda Guerra Mondiale - proprio a
febbraio scesero in campo i leader del Pd, primo dei quali Nicola Zingaretti, ma anche il sindaco di Milano,
Sala, che lanciarono la sciagurata iniziativa delle "cene solidali" contro il "razzismo e la xenofobia"
della Lega e del suo leader che seminava "paure infondate" a cui fecero seguito gli "aperitivi solidali"
in uno dei quali lo stesso segretario del Pd Zingaretti con ogni probabilità si infettò - a Milano - di coronavirus
per poi fortunatamente guarire.
Furono le basi su cui poggia la catastrofe di oggi del Paese..
( Redazione)