Chi sbaglia, paga!
Non si possono tollerare irregolarità nell'uso di fondi pubblici"
Matteo Salvini
(13/10/2018)
Che detto da uno che presiede un partito che si è fregato 49 milioni di euro di rimborsi elettorali
da restituire in comode rate, spalmate sui prossimi ottanta anni (e chi vivrà vedrà), e che si prepara a
varare un gigantesco condono fiscale fino a 500.000 euro di evasione per premiare i ladri che lo
votano ("pace fiscale" la chiamano, per la resa incondizionata degli onesti), non si capisce bene se sia una presa
per il culo o se si abbia davvero a che fare con un ministro, ed al cui confronto
Al Capone sembrerebbe quasi un principiante pasticcione.
Ovviamente, per i buffoni a 5 Stelle, quelli dei coretti onestà-onestà (gnè-gnè-gnè!), o altre pagliacciate
come il "Restitution Day", e non ultime le "spese morali", la cosa non suscita alcun scandalo.
Una poltrona al governo val benissimo questo e quant'altro.
Decisamente, l'onestà non andrà di moda.
...Però dopo la città veniva disintegrata..!
Va da sé che per questa macchietta ducesca defecata al Viminale i problemi siano altri...
Per esempio, nella primavera del 2016 un misconosciuto sindaco calabrese, Domenico Lucano, scala
improvvisamente le classifiche della rivista statunitense "Fortune" che, forse con un pizzico
di esagerazione, lo annovera (unico italiano) tra le 50 personalità più eminenti del pianeta,
suscitando l'interesse internazionale.
Il suo merito?
Aver trasformato il piccolo comune ionico di Riace in un modello sperimentale di integrazione culturale,
dimostrando che un diverso modo di gestire l'accoglienza è possibile, al posto delle soluzioni concentrazionare,
in tempi di crisi migratorie ed emergenze securitarie.
Alla 'politica' il modello del sindaco di Riace non piace:
è socialmente eversivo ed a livello elettorale non paga.
Pertanto, attorno a Mimmo Lucano viene subito steso un cordone di sicurezza, fatto di diffidenza
e malcelata ostilità, onde circoscrivere ogni possibilità di contagio, in attesa si sbarazzarsi
della pericolosa anomalia.
In men che non si dica, il Comune di Riace viene subito fatto oggetto di ispezioni prefettizie, volte ad
accertare tutta una serie di violazioni procedurali
"il sistema Riace sotto l'aspetto della regolarità tecnica e della correttezza
burocratica-amministrativa degli atti compiuti".
Segnatevi questa parola:
"burocratico-amministrativa", perché nella relazione ritorna come un mantra.
E poco importa se gli accertamenti della Prefettura di Reggio Calabria non avessero avuto seguito,
funzionando il "sistema" nel suo complesso.
Per il Ministero degli Interni, trattasi sicuramente di un accertamento
"traslato sotto un profilo squisitamente sociologico".
E dunque necessitava di una terza ispezione.
Nel Luglio del 2017 mentre in tutta Italia si scatena la caccia al negro da sparare, dopo che il nazi-leghista Luca Traini
ha aperto la stagione venatoria a Macerata, e raid fascisti si susseguono in quelle scuole colpevoli di promuovere progetti
di accoglienza, una delle principali preoccupazioni del Caccianegri pedemontano nel frattempo diventato
ministro di polizia sembra invece essere Riace.
È uno scandalo infatti che in questo dimenticato comune della Calabria,
i negracci non bighellonino in giro senza scopo, magari a chiedere le elemosina,
per essere additati dalla vulgata sovranista come parassiti nullafacenti;
non facciano casino e non creino problemi di ordine pubblico, che poi non ci si possono scrivere
sopra migliaia di tweet razzisti per raccimolare i "like" degli squadristi da tastiera,
nella logorrea che contraddistingue il castratore chimico con la ruspa.
Su richiesta del Ministro dell'Interno, viene pertanto predisposta una nuova ispezione a Riace
"per un controllo ferreo di tutte le attività svolte"...
che a volerla trovare, una "anomalia" alla fine esce sempre fuori.
Sembra che a fornire gli elementi per l'ennesima ispezione (evidentemente quella giusta),
siano state le accorate denunce di tal Pietro Antonio Zucco, ex sindaco di Riace nel frattempo transitato
in "Noi con Salvini" e (en passant!) condannato in via definitiva per essere un prestanome vicino
alla cosca mafiosa dei Ruga-Metastasio.
Tanto basta per farne agli occhi del ministro un "cittadino modello", di quelli coi quali con ogni evidenza
LVI s'accompagna da tempo.
Comunque sia, questa volta il "Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione"
del Ministero dell'Interno riesce finalmente a rilevare quelle "criticità"
che tanto fortissimamente voleva trovare, al fine di "attuare degli opportuni ed immediati mezzi correttivi".
Da notare come nella prosa contorta e burocratica del "Dipartimento per le libertà civili" non riesca a coprire del
tutto la volontà repressiva e punitiva, che sempre salta fuori con espressioni di puro zelo poliziesco.
Le irregolarità contestate comunque sono gravissime:
ci sono infatti "beneficiari del sistema CAS, che si trovano presenti in alloggi per beneficiari SPRAR".
In pratica, gli immigrati si muovono liberamente per il paese;
si frequentano tra loro, senza rimanersene tappati dentro le residenze assegnate.
E insomma, se uno è sotto tutela CAS non può mica andarsene a casa di uno SPRAR o viceversa,
frammischiandosi pure coi "lungopermanenti" di competenza prefettizia.
La commissione prefettizia rivela ben QUATTRO casi di "commistione".
Una cosa gravissima!
Il Comune ha pasticciato nell'assegnazione degli immobili, ne mette a disposizione più del previsto, ritarda
nella registrazione dei contratti, e soprattutto si dimentica di cacciare via i "lungopermanenti"
(dove dovrebbero andare non si sa).
In pratica si preoccupa di assicurare un tetto, prima ancora che redigere le fondamentali pratiche
"burocratico-amministrative".
Con raro sprezzo del ridicolo, la commissione chiosa compita:
"Ne consegue che la permanenza nello SPRAR, se eccessivamente protratta nel tempo e senza una
chiara programmazione sull'uscita dall'assistenza denota l'incapacità del progetto a raggiungere
gli scopi suoi proprio, trasformandosi in mero assistenzialismo."
È noto il successone diffuso di tutti gli altri SPRAR sparsi per l'Italia, che operano con risultati del tutto diversi.
La commissione si preoccupa poi della condizione degli alloggi che sono risultati
"essere in condizioni igieniche e di arredamento molto precarie, con promiscuità tra locale da bagna,
angolo cottura e letto, tanto da costringere le persone che vi dimorano a soluzioni di fortuna, in condizioni
degradanti e di grave abbandono".
In mezzo alla strada è sicuramente meglio.
È altresì notoria la solerzia e la sensibilità ministeriale per le condizioni igieniche, abitative,
e sanitarie, nelle quali vivono i braccianti africani nei 'campi attrezzati' attorno alla vicina Rosarno,
che certo non suscitano lo scandalo, né l'interesse, della Prefettura e del Ministero.
Si contesta l'uso di pocket money invece della contestata paghetta elargita all'immigrato,
in quanto
"la mancanza di denaro contante non consente ai beneficiari di familiarizzare con la valuta locale (euro)
e testare in tal modo il costo della vita".
Quante spese pazze si possono fare con cinque euro al giorno!
Naturalmente non va bene nemmeno l'avvio di botteghe artigiane
e attività di laboratorio autogestite, perché:
"Se le attività laboratoriali sono senza dubbio utili e favoriscono la socializzazione
e lo scambio tra abitanti di Riace e beneficiari e possono assolvere
a funzione propedeutica all'avvio di tirocini extracurriculari, in quanto attività
che accrescono competenze di base e trasversali, rispetto al mondo
del lavoro, tuttavia tali attività non possono essere assimilati
a tirocini extracurriculari propriamente detti, proprio in ragione
della loro specifica strutturazione, anche in funzione burocratica-amministrativa."
Insomma, fatti i debiti rilievi, ce n'era abbastanza per suscitare l'immediato interesse della
Procura della Locride che trasforma le "anomalie procedurali",
in truffa aggravata, concussione, abuso d'ufficio, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina
e (giusto per non farsi mancare nulla) traffico illecito di rifiuti.
Non la 'ndrangheta che prospera in Calabria come un cancro a cielo aperto, non la piaga del lavoro nero
e dello sfruttamento dell'immigrazione clandestina, Riace è la nuova emergenza governativa da contrastare prontamente.
Che fosse mai il modello dovesse funzionare!
È come portare l'auto a fare la revisione e vedersi sequestrare il veicolo,
con ordine di rottamazione, perché in fase di controllo si scopre un foro sulla marmitta.