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ref:topbtw-1390.html/ 15 Settembre 2018/A



EUROPA
E minacciano l'Italia ?

UN VECCHIO ARNESE DELLA SINISTRA MAGGIORDOMO DEI BANCHIERI

- E IL RAGIONIERE DELL'EURO MINACCIANO IL GOVERNO ITALIANO -

Milano

"Conto che gli italiani in Europa facciano gli interessi dell'Italia come fanno tutti gli altri Paesi, aiutino e consiglino e non critichino e basta''.

Così il vicepremier e ministro dell'interno Matteo Salvini sulle parole di Mario Draghi, capo della Bce a sua volta controllata dai tecnocrati della finanza della zona euro, il "braccio finanziario armato" delle oligarchie al potere nella Cmmissione Ue.

Tanto è vero questo, che Bce e Ue hanno minacciato ieri contemporaneamente con un avvertimento il governo italiano, con Draghi che "invita l'Italia" a non contare più sulla Bce per "finanziare il deficit" e dice di aspettare la manovra dopo tante dichiarazioni che "hanno fatto alcuni danni".

Perfetto esempio questo del capo della casta dei banchieri che vuol dettare ordini a governi democraticamente eletti credendo che l'Europa debba essere una bancocrazia e non un consesso di stati democratici nei quali solo chi è eletto ha diritto di governare in nome e per conto del popolo, che è sovrano.

E assieme a Draghi ecco Pierre Moscovici, commissario Ue agli Affari economici, che definisce l'Italia "problema" per l'Eurozona, con parole sui "piccoli Mussolini" populisti in Europa.

Moscovici esempio fulgido di ceh signfica essere di "sinistra" oggi:
essere servo delle oligarchie finanziarie, il ciccisbeo delle elite Ue, che lo usano come meglio credono.

Chi ha eletto Moscovici?
Nessuno.

Chi rappresenta Moscovici?

Un centinaio di banchieri europei - alcuni dei quali veri e propri gangster finanziari responsabili di fame e miseria in alcuni stati dell'eurozona, a iniziare dalla Grecia - che vorrebbero essere "padroni dei popoli" e sono allarmatissimi perchè la "maledetta" democrazia ha permesso invece a questi popoli di esprimere i propri rappresentanti oggi totalmente differenti dai servi degli anni scorsi, come i Renzi, i Letta, i Gentiloni, davvero molto gentiloni con loro, la casta che si crede "regina d'europa".

Va da sè che queste minacce abbiano innescato una replica durissima dei vicepremier Luigi Di Maio che ha dichirato
"non si devono permettere" e Matteo Salvini, con la frase rivolta a Draghi riportata all'inizio.

D'altra parte, il vecchio arnese Moscovici e il crepuscolare ragionier Draghi hanno ben più una ragione, da loro punto di vista oligarchico, per fremere di paura e di rabbia.

Tutto verte attorno al programma del governo italiano, che deve essere attuato, al quale la Commissione Ue e la Bce rispondono con un muro appunto di minacce e avvertimenti.

Guai, se venisse dimostrato che "si può fare" l'interesse di un popolo e di una nazione senza essere servi delle elite della finanza e delle caste burocratiche di Bruxelles.

Per entrambi questi centri di potere elitario, antidemocratico e in massima parte segreto, sarebbe la fine.

Ecco, perchè Bruxelles e Francoforte rispondono con ira provando ad erigere un muro di contenimento.

Ma sullo sfondo di pochi mesi da oggi c'è il voto alle europee e quindi si sta delineando una strategia:
impedire che l'Italia, sul tema dei migranti e delle regole di bilancio, possa ergersi a campione della volontà democratica dei popoli di cambiare le cose in Europa, fatto "terribile" che spazzerebbe via l'establishment attuale.

Ma a costoro deve essere sfuggito che il senso della storia, che invece insegna come un popolo, quando è unito nel raggiungere un obbiettivo, è invincibile.

E' in questa ottica di "punizione e vendetta" che emergono le sanzioni al governo ungherese di Viktor Orba'n.

Ed è inevitabile che anche il ragionier Draghi sia in prima linea roteando la sciaboletta dello spread.

Infatti, ieri ha "ricordato" che lo spread balzato oltre quota 300 ha fatto lievitare i tassi per famiglie e imprese (scordandosi opportunamente di dire che gli Usa vanno a gonfie vele, l'euro è depresso dalla solita maleodorante stagnazione economica dell'erozona e che la Brexit non ha affato danneggiato il Regno Unito, tutte solidissime ragioni per temere un autunno e un inverno molto ma molto freddi per le economie degli stati che digraziataemnte continuano ad usare l'euro) .

E Draghi ieri ha "richiamato", come fosse un grande leader eletto dai cittadini, quando invece è un contabile con l'ufficio a Francoforte, il governo italiano alla parola data, "il primo ministro italiano, il ministro dell'Economia e il ministro degli Esteri hanno detto che l'Italia rispettera' le regole".

Ed è vero, ma il rispetto va di pari passo col rispetto delle imprescindibili e gravissime necessità attali degli italiani.

Da Draghi Infine arriva l'affondo:
il governo italiano non conti su misure 'ad hoc' per i singoli Paesi.

Il Qe, che peraltro e' al tramonto, e' servito per combattere la deflazione, "il mandato della Bce non e' assicurare che i deficit dei governi siano finanziati in qualsiasi condizione".

Questo è falso. La banca centrale di qualsiasi nazione occidentale con le proprie politiche vautarie deve - deve - difendere a aiutare gli stati, non porsi come un dittatore sopra gli stati.

A dar fuoco alle polveri in una giornata - quella di ieri - ad alta tensione, in mattinata, era stato Moscovici a Parigi.

Dapprima elogiando il clima costruttivo "che spero prevarra'" con il ministro dell'Economia Giovanni Tria.

Da li' in poi, quello di Moscovici e' un crescendo di insulti e minacce:
nell'Eurozona "c'e' un problema che e' l'Italia", che deve darsi "un bilancio credibile".

La stoccata a Salvini e all'idea che ci siano i vincoli europei dietro il ritardo infrastrutturale che ha causato il crollo del ponte a Genova arriva quando Moscovici ricorda che rilanciare gli investimenti col deficit "e' una bugia".

Che è come dire che la catastrofe di Genova era inevitabile, dato che impedirla da parte dello stato italiano avrebbe prodotto deficit.

E infine il commento sferzante di questo vecchio arnese di sinistra sul clima politico europeo, "non c'e' Hitler, forse dei piccoli Mussolini".

E' al vetriolo la replica di Salvini: "si sciacqui la bocca prima di insultare l'Italia, gli Italiani e il loro legittimo governo".

Di Maio non e' da meno: "l'atteggiamento da parte di alcuni commissari europei e' inaccettabile, veramente insopportabile.

Dall'alto della loro Commissione europea si permettono di dire che in Italia coi sono tanti piccoli Mussolini, non si devono permettere!".

E con il commissario al Bilancio Ue Gunther Oettinger che invita l'Italia a non far salire ulteriormente il debito, la replica del ministro pentastellato e' che il veto italiano al bilancio Ue "per ora non cambia".

Se l'Ue fissa la sua linea rossa, dal governo emerge la voglia di cavalcare lo scontro in vista delle europee:
"Queste sono persone scollegate dalla realta':
hanno di fronte uno dei governi con il piu' alto consenso in Europa che viene trattato cosi' dai commissari europei di una Commissione che probabilmente tra sei-otto mesi non ci saranno piu' perche' i cittadini alle prossime elezioni manderanno a casa una buona parte dell'establishment europeo".

Ed è vero.


Cortesia di Max Parisi


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