Redazione
Dino Levi, Torinese di 72 anni, da 40 anni a Mazara del Vallo, ex direttore del CNR di Capo Granitola,
nel pomeriggio del 17 Luglio, con un forte vento di Maestrale salpa con una piccola imbarcazione a vela,
veloce e maneggevole, dal Circoletto, noto stabilimento balneare di Mazara del Vallo,
ubicato nella zona turistica di Tonnarella.
Considerando che avrebbe potuto fare una veleggiata di 3 - 4 ore senza problemi, con il forte Maestrale, avrebbe potuto
agevolmente arrivare sia al porticciolo del Biscione per una breve sosta,
ma anche fino a quello successivo sempre sul lungomare del Biscione fino a quello di Punta Parrino Sibiliana.
Infatti da Punta Parrina Sibiliana al Circoletto sono solo 10 miglia nautiche, un tragitto che, con il
forte maestrale, si realizza in un'ora circa o poco di più.
E pure il rientro a Mazara del Vallo sarebbe stato assai agevole e rapido.
Insomma una veleggiata senza particolari problemi o rischi.
Prende la direzione Ovest, veleggiando quindi di bolina, e si dirige verso Capo Feto, un'area abbandonata e
spesso approdo di trafficanti di varie risme.
Non solo è ben vestito con una tuta di protezione dal freddo ma anche , a quanto pare da alcune testimonianze,
indossa il tipico giubbotto salvagente con una capacità di galleggiamento di 16 Kg.
Uno giubbotto standard per velisti e per chi utilizza le moto d'acqua..
Per arrivare a Capo Feto e scapolarlo non impiega che un'oretta al massimo:
sono solo circa 2 miglia nautiche ( 1,6 Km ) che anche a pochi nodi di velocità si percorrono in 30 - 40 minuti
al massimo, anche cambiando di andatura e di bordo un paio di volte..
Secondo il mio parere deve aver facilmente avuto un problema subito dopo Capo Feto, in un'area ove si possono
incontrare ostacoli imprevisti..
Ostacoli che possono essere le reti o le nasse posizionate da pescatori di frodo, possono essere
i subacquei che svolgono attività senza nessun segnalamento in superficie ed altro ancora..
Ricordiamo che la zona è anche un punto di approdo - così si dice - di numerosi traffici illegali:
da quello dei migranti in arrivo in Italia a quello di passeggeri "particolari".. in partenza verso la Tunisia.
Non solo traffici di uomini ma anche di prodotti del contrabbando, della agricoltura illegale della cannabis, etc. etc.
Insomma una delle ipotesi potrebbe essere quella di un "brutto incontro" poco oltre il Capo Feto in una specie
di "terra di nessuno" che arriva alla frazione "Citta" di Petrosino.
Un brutto incontro che pero' non è mai stato una collisione: lo scafo della piccola vela è rientrato intatto
verso Mazara scarrocciando per ben oltre 4 miglia..
Potrebbe essere avvento un ribaltamento improvviso con la caduta in mare del velista ed il disalberamento della piccola
imbarcazione.
Oltre Capo feto:
un tratto di costa particolarmente selvaggio ed inospitale.
E le ipotesi di una caduta in mare con successivo malore, caduta di un velista esperto e ben a suo agio su di una
piccola barchetta a vela non regge più di tanto..
In ogni caso, caduto in mare, con una dose di fortuna, avrebbe potuto nuotare verso riva, verso la costa di Capo Feto..
E quindi, ipotizzando che comunque una persona precisa ed attenta come Dino Levi certamente si
sia ben agganciato il giubbotto al corpo, potrebbe immaginarsi una sorte ben diversa .
Ecco quindi che si può ipotizzare la possibilità di ritrovarlo a terra, e non certo in mare,
poco oltre Capo Feto, nel comune di Petrosino.
Perché il mare, bene o male, con un giubbotto rosso comunque agganciato al corpo, lo avrebbe già fatto ritrovare.
Ma la terra no..
( Giorgio Comerio )