New York
Diventeremo il "Pianeta dei Robot" e le macchine saliranno davvero al potere?
Indispensabili ormai per la nostra vita, lavorativa e privata, i robot occupano oggi sempre più gli spazi che appartenevano
agli umani e le macchine sono già capaci di sviluppare la loro competenza e di apprendere a una velocità sempre crescente, in modo autonomo.
Basti pensare a uno degli umanoidi più avanzati, Nao Evolution, che reagisce, riconosce volti, ascolta, gioca a carte, gioca a calcio, balla,
ma soprattutto esprime le proprie emozioni.
Il progetto "Robot Earth" ha varcato una nuova frontiera e attraverso la collaborazione di università statunitensi ed europee sono
stati connessi tramite un'applicazione.
Negli ultimi anni si sono fatte strada molte iniziative, culturali ed artistiche, auspicando un
controllo etico sull'intelligenza artificiale, come ad esempio il "Future Of Life Institute" di Cambridge che studia i nuovi rischi esistenziali
legati alle macchine intelligenti, che sono certamente strumenti avanzatissimi per migliorare ogni aspetto della
vita dell'uomo, ma che hanno anche il potenziale di porre a serio rischio di estinzione l'umanità.
Com'è possibile integrare l'intelligenza artificiale con i valori etici?
Negli ultimi anni molte le personalità che hanno proposto un serio controllo sulla pratica etica dell'intelligenza
artificiale, fra cui l'astrofisico Stephen Hawkin, Bill Gates, Elon Musk, il fondatore di Tesla.
Sono trascorsi oltre tre decenni dalla fondazione, a Manhattan del "Center For The Multidisciplinary
Study Of Cybernetic Existentialism", creato e diretto dall'italiana Carmen Gallo, trasferitasi
a New York nel 1978, dove da allora ha promosso conferenze sulla robotica non solo dal punto
di vista tecnologico ma soprattutto prendendo in esame attraverso l'espressione artistica
i vari aspetti etici e filosofici legati alle macchine intelligenti.
Il centro ha sponsorizzato nelle Americhe e in Asia mostre itineranti che hanno come tema la robotica
e l'influenza che le macchine hanno esercitato ed esercitano sempre più sulla psiche.
Fra gli artisti italiani presentati dal Centro, Ruffo Caselli, 86 anni, che dalla fine degli anni '50 interpreta
la tecnologia del momento, nelle sue parole: "umani come robot e robot come umani".
Nelle sue opere compaiono ibridi uomo/computer, umanoidi intelligenti al confine fra l'umano e la macchina.
La prestigiosa rivista Cybernetics and Human Knowing ha dedicato molta attenzione alle opere sulla
robotica raccolte e diffuse dal Center For The Multidisiplinary Study Of Cybernetic Existentialism
ed ha pubblicato un volume in cui esprime un giudizio positivo sullo stesso pittore Ruffo Caselli,
considerato il caposcuola dell'Esistenzialismo Cibernetico.
Negli anni '50 Caselli viveva a Milano e frequentava Lucio Fontana, il padre del Movimento Spaziale
da cui si stacca per intraprendere lo studio e la rappresentazione artistica della robotica.
"Il mio ricordo più divertente di quel periodo rimane una tela tagliata di Fontana che ho
sovrapposto ad una tela ad olio dipinta da me, e poi incorniciato.
Aiutavo Lucio in un difficile trasloco, trasportando su un carretto a mano sovraccarico i suoi oggetti
fra cui la tela con qualche taglio che continuava a scivolare da tutte le parti:
"Perché mi è particolarmente cara questa tela a due mani?
il piccolo incidente provocò in lui una improvvisa stizza, prese la tela e la lanciò lontano.
La scena mi provocò una risata indimenticabile, la raccolsi, la sovrapposi alla mia ed il risultato è la tela che ho esposto
in varie mostre" ha spiegato Caselli.
Perché segna il distacco da uno stile per intraprenderne un altro, segna l'inizio di un percorso
intrapreso allora che non ho più abbandonato, la interpretazione artistica, anche
se spesso in chiave esistenzialista, della tecnologia"
conclude l'artista.