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Sul filo di lana oppure sul filo del rasoio ?

Ius Culturae

Mentre il povero cristianuccio miscredente, che altro non vorrebbe se non papparsi in santa pace le costolette dell'agnello pasquale, viene turbato dal racconto truce dei soliti Isl'Amici sempre lì a masturbarsi coi loro filmini snuff e gingillarsi con cinture esplosive, fantasticando di decapitazioni multiple, stragi di massa e una bella corsa in camion dentro l'isola pedonale all'ora dello struscio, in nome della "religione di pace", un dramma silenzioso e dimenticato si consuma negli austeri uffici dell'INPS...

Con l'arresto di Halili Elmahdi, che tanta preoccupazione sembra aver destato tra gli addetti ai lavori, si priva il Paese tutto di una preziosa risorsa, naturalizzata italiana, che adesso non potrà più pagarci la pensione!

"Fratello Mahdi" è una nostra vecchia conoscenza...
e ci sembrava giusto volgergli un affettuoso pensiero in un momento tanto difficile.

Del fior di merda avevamo già parlato, in concomitanza con la pubblicazione di quel raffinato trattato apologetico dedicato a suo tempo alle delizie dello "Stato Islamico":
una realtà che ti vorrebbe comunicare.

E che gli valse una denuncia a piede libero "per istigazione a delinquere con finalità terroristica" con condanna subito sospesa, ma opportunamente premiata con la concessione della cittadinanza italiana subito dopo il rinvio a giudizio.

Cresciuto sostanzialmente a scrocco dei servizi pubblici, Fratello Mahdi (che così amava firmarsi) dopo il primo arresto aveva promesso a mammà di non fare più il bambino cattivo...
in fondo aveva solo 20 anni...

Poi è cresciuto e come Nicodemo è diventato ancora più scemo e si è messo subito in moto per giocare a Carmageddon con altri picchiatelli come lui...

Non temete che lo ritroveremo presto in circolazione a far danni, insieme alle altre devote capre mannare, giunte da lontano per apportare il loro prezioso contributo culturale, arricchire il paese, risanare le casse pensionistiche, e possibilmente migliorare la 'razza' con la loro proverbiale bellezza;
meglio ancora se opportunamente trasformati dopo la conversione...

Di "Fratello Mahdi", a suo tempo, abbiamo molto apprezzato il talento comico del tutto involontario.
E ci sembrava giusto dedicargli un piccolo tributo, in ricordo delle sue precedenti fatiche letterarie che tanto ci avevano divertito.

Ricordiamo un vecchio articolo del 2 Marzo 2015, insomma di tre anni fa, dal titolo "le notti del Califfo"..

Ognuno ha le sue “perversioni”…

Noi abbiamo un debole per tutte le sfumature del trash:
ci ricorda quanto il mondo sia pieno di inquietanti minchioni e come questi siano ansiosi di “comunicare” con noi, nell’incontenibile bisogno di condividere con qualcuno la propria follia.

Potevamo pertanto esimerci dal procurarci l’ultima spremuta di meningi degli stupra-cammelli dell’ISIS, nel vano tentativo di dare una parvenza ‘culturale’ alle loro alienazioni psicotiche?!?

Isl'Amici nel reame del Califfo...
Fu così che gli psicopatici in ciabatte e sottana al seguito del califfo nero, nella disperata ricerca di una qualche legittimazione presso le comunità musulmane in Italia, che evidentemente se li filano poco e per niente, decisero di estendere la loro opera di proselitismo pure nella lingua di Dante, magnificando le rivoluzianarie conquiste sociali del Dawla al-Islamiya, il sedicente “stato islamico”, ovvero:
“una realtà che ti vorrebbe comunicare” (!?).

E lo fa con una serie di dispense approssimative (come il titolo scelto), a metà tra l’opuscoletto propagandistico di una qualche setta religiosa ed un ciclostilato prodotto in proprio, per la promozione del manicomio autogestito di Raqqa in Siria (Al-Sham), a corto di tecnici e personale esperto (di cui ha disperato bisogno) in grado di far funzionare una qualunque struttura mediamente civile.

Il testo è a cura di tal “fratello Mahdi” su un’idea probabilmente tutta sua, vista la grafica imbarazzante ed i contenuti elementari che non superano il quoziente intellettivo di un bambino di otto anni.

In pratica, si tratta di un micro-bignami in cui si cerca di illustrare al meglio il funzionamento del califfato, attraverso 64 paginette assai scarne dalla grafica asettica e anonima come una stanza per le lobotomie.

Ma al di là delle intenzioni, quello che si evince tra le righe è che:
a) l’ISIS (o Daesh, o ad-Dawla, o ISIL, comunque lo si voglia chiamare) sta pesantemente sul cazzo alla stragrande maggioranza dei musulmani che abitano nelle regioni mesopotamiche.

b) Chiunque può, siano medici o ingegneri, se ne tengono rigorosamente alla larga o scappano via appena se ne presenta l’occasione.

E l’autore proprio non se ne capacità, chiedendosi chissà mai perché…

beheading-isis
E per tutti coloro che non sono d’accordo…

In compenso, la premessa dell’opuscolo è quasi accattivante;
nei suoi passaggi migliori, ad essere perfidi, ricorda le elucubrazioni del ‘grillino’ tipo, in stato di esaltazione mistica, mentre annuncia l’avvento del mondo nuovo all’ombra di Gaia.

«In questo testo ho riportato alcune parti delle riviste ufficiali dello Stato Islamico aggiungendo foto dei servizi da loro offerti ai cittadini, ampliando il tutto con alcune informazioni che ho raccolto comunicando con i Mujahidin stessi ed alcuni cittadini […]

Allah ci ordina nel Suo Libro di verificare le notizie, e questo processo dev’esser effettuato anche se la notizia giungesse da un Musulmano credibile ed affidabile.

Perfino i Sahaba (che Allah si compiaccia di loro) dovevano verificare le notizie che giungevano dai loro stessi compagni e quindi immaginiamoci come dovremmo adempiere a quest’obbligo!»

Il “cittadino informato” che disprezza i media e, appena gliene capitano qualcuno a tiro, decapita i giornalisti “servi del regime”.

Insomma, è l’ennesima di un classico dell’informazione alternativa, confezionata in casa.

Perché, come dice il profeta Maometto, il dubbio e l’illazione in molti casi costituiscono peccato.

“Sappi che anche se le accuse infondate che hai ascoltato magari da qualche sapiente fossero vere, questo non ti permetterebbe di condannare i Mujahidin.”

Mahdi brother ci tiene a ribadire che il califfato è e deve a tutti gli effetti essere considerato uno ‘stato’, certificato a misura di sharia, proprio come doveva essere la prima comunità maomettana nel VII° secolo, ma con l’aggiunta del Kalashnikov e dello smartphone per poter postare in rete i filmini amatoriali, con le decapitazioni di Jihadi-John e l’orgia di mannaie brandite da troppe mani sottratte alla masturbazione compulsiva.

Insh’allah.

Dawla al-Islamiya...
Nella sua testolina bacata, Mahdi intuisce comunque che uno stato, per potersi definire tale, ha bisogno comunque di un minimo di struttura organizzata su base economica, che sappia garantire il mantenimento di una serie di servizi minimi.

Ovviamente, nel caso del califfato, i risultati hanno effetti esilaranti…

kim-jung-un-ride-dell-isis...
Dunque, per quanto riguarda la moneta, il califfato prevede “il ritorno del Dinar e del sistema economico sulla metodologia profetica”.

Il riferimento è all’antico denarius dell’Impero romano:
per inciso era la moneta in vigore ai tempi di Maometto e che il profeta presumibilmente usava.

Quindi è in linea coi dettami della sharia.

Con raro slancio rivoluzionario, all’insegna della più audace modernità,
«lo Stato Islamico si sta preparando per un ulteriore progresso in shaa Allah:
verrà riadottato in maniera completa il sistema economico finanziario adoperato dai Califfi che ci sono stati precedentemente.»

Il valore della “nuova” moneta verrà basato sul gold-standard, che agli Isl’Amici sembra una novità rivoluzionaria.

Ragionando per assurdo su una base di presunta normalità, sorvoliamo sul fatto di come un sedicente ‘stato’ che non produce ed esporta nulla pensa di gestire i deficit commerciali nella bilancia dei pagamenti, per giunta in un sistema di cambi fissi, contenendo le spinte deflattive senza incidere sui prezzi al consumo.

Sorvoliamo soprattutto dove gli Isl’Amici pensino di procurarsi milioni di tonnellate dell’oro necessario per il conio delle monete e la creazione di una congrua riserva aurea.
E per questo gli imperatori alteravano la quantità di fino presente nella moneta, determinandone la svalutazione.

Per gli Isl’amici del califfato l’introduzione del gold-standard è la soluzione definitiva all’inflazione, alla povertà, ed alle basse retribuzioni.

In pratica, sono tutti i motivi per cui il sistema aureo è stato abbandonato senza troppi rimpianti.

mujaiddin..
Ma in fondo si tratta di un problema secondario, perché la stabilità fiscale (chiamiamola così) del Dawla al-Islamiya si fonda su due istituzioni fondamentali, ovviamente in conformità con la legge coranica:
il saccheggio (Fay’) e la rapina (Ghanina), in aggiunta alle estorsioni ed ai sequestri di persona a scopo di riscatto.

Per fortuna, “tra i bottini di guerra dell’esercito dello Stato Islamico ci sono anche raffinerie di petrolio e centrali di gas”.

Con la scusa della raccolta della zaqat (l’elemosina), per l’approvvigionamento alimentare vengono invece imposte requisizioni forzate, con la raccolta di beni in natura.

«Come detto in precedenza, sono stati distribuiti in giro per i territori controllati dal Dawla al-Islamiya alcuni responsabili per la raccolta della Zaqat

I residenti, precedentemente informati del loro passaggio per la raccolta, pongono volontariamente davanti alle moschee dei villaggi i loro raccolti.»

È facile intuire quanto l’offerta sia “volontaria”…

E infatti, a scanso di equivoci, viene subito precisato:
“Questo tipo di dovere è fard ‘ayn, cioè obbligatorio su ogni singolo Musulmano maturo e sano”

Abu Hamza
Gente “matura e sana” che sembra uscita da una galleria lombrosiana

Nel complesso, grazie a questi sofisticati sistemi di finanziamento, l’ISIL può stipendiare le sue bande mercenarie di tagliagole, reclutate tra alienati falliti e psicopatici di tutto il mondo, e s upportare alcuni servizi imprescindibili, a cura del “Comitato islamico” di Raqqa.

Per esempio c’è
“l’Ufficio della Protezione del Consumatore”, per il controllo delle condizioni igieniche della conservazione degli alimenti:
che costituisce davvero una novità assoluta che non ha eguali nel mondo civilizzato, che adesso guarda con invidia ad una così incredibile innovazione.

Non ci crederete, ma si tratta di un “ufficio che si occupa della protezione degli acquirenti, facciamo effettuare ispezioni dei beni che vengono venduti nei negozi, mercati e centri commerciali andando a risalire eventualmente a prodotti rovinati o non opportuni alla vendita”.

Operativo su un territorio grande grossomodo come la Gran Bretagna, per assolvere ai suoi compito, l’Ufficio può dispiegare un esercito di 12 (dodici!) ispettori, nei quali sono ovviamente compresi anche la “squadra medica” (si chiamerebbero ‘veterinari’, ma vabbé!) ed i telefonisti dell’ufficio reclami.

Hisbah
Invece, per il corretto funzionamento della macchina giudiziaria,
«lo Stato ha sempre dato il massimo per applicare la Legge di Allah sui territori da esso controllati;
dal 2006 i Musulmani hanno assistito ai hudud (punizioni regolate dalla Shari’a) applicati nelle città dell’Iraq e in seguito nello Sham.»

Grazie all’istituzione di appositi tribunali religiosi, i fortunati Rogo del pilota giordanosudditi che hanno il privilegio di vivere “nei territori controllati dallo Sheykh Abu Bakr al-Baghdadi” possono godere di una giustizia rapida e certa, col solito corollario di esecuzioni medievali:
lapidazione per le adultere;
decapitazioni per gli apostati;
crocifissioni, prigionieri di guerra bruciati vivi…

Soprattutto si segnala l’introduzione di un nuovo appassionante gioco:
il lancio del ‘finocchio’ dalla torre.

Un modo originale per giustiziare gli omosessuali.
E finirli a sassate, se malauguratamente dovessero sopravvivere.

“Questa è la politica dello Stato Islamico:
chiara e pulita in sha Allah”

Per la bisogna, sono stati istituiti “organi di polizia differenti per poter esercitare il potere esecutivo”.

ShurtatPer esempio, c’è la “Shurtat murur, polizia organizzata per la gestione della circolazione del traffico”.
‘Azzo!
Lo stato islamico ha inventato i vigili urbani!
Ci brillano gli occhi, mentre vibriamo per cotanta emozione.

Soprattutto, ben più importante, c’è la Hisba:
“una tipologia di polizia Islamica atta ad ordinare il bene e proibire il male”

E, inshallah, di cosa si occupa esattamente la Hisba?

«Uno dei compiti più importanti della Hisba è quello di eliminare qualsiasi forma di Shirk dai territori controllati dallo Stato Islamico, in modo tale da rendere il culto solo ad Allah.

A questo scopo la Hisba procede a distruggere qualsiasi tempio o tomba in cui viene adorato qualcun altro all’infuori di Allah, informando prima i Musulmani sull’importanza di quest’obbligo Islamico e chiarendo il tutto con le prove contenute nel Corano e nella Sunna.»

La distruzione dei santuari religiosi, delle moschee sciite, delle chiese cristiane, di monumenti millenari, in aggiunta al rogo delle biblioteche ed alla devastazione delle opere d’arte, rientra per l’appunto nelle importanti mansioni di così rispettabile istituzione.

Perché come dice il saggio Ibn Qayyim al-Jawziyya:
“Non è lecito far rimanere i luoghi dello Shirk e degli idoli neanche per un solo giorno se si ha la possibilità di distruggerli.”

Tuttavia, la vera piaga che sembra affliggere i territori del califfo e che l’Hisbah è chiamata a combattere costantemente in realtà e la stregoneria (non è uno scherzo!):

«Tra le varie forme della Fitna che han danneggiato la Comunità Islamica vi è lo Sihr (magia), un grave pericolo per la Ummah che, per grazia di Allah, sta scomparendo gradualmente nei territori controllati dallo Stato Islamico.

Con il permesso di Allah, dopo aver investigato sul caso si risale al luogo dove sono state preparate o nascoste le opere del mago e si procede con il sequestro del materiale e con l’applicazione della Shari’a sul criminale.

In seguito all’investigazione e al giudizio del criminale vengono mostrati in pubblico i suoi misfatti e si citano le prove nella Sunna profetica per cui egli deve esser giustiziato.»

Ovviamente, per un così formidabile reato, la pena prevista è la morte per decapitazione.

Ma al contempo, tra un’esecuzione e l’altra, ci si preoccupa molto anche della salute dei propri cittadini, attraverso la persecuzione dello spaccio di “sostanze intossicanti” (tanto non ne hanno bisogno: sono già pazzi di loro) e la repressione del tabagismo.

«Lo Stato Islamico non si limita solamente a proibire e distruggere le sostanze intossicanti ma aiuta anche i suoi cittadini a capire che bisogna allontanarsi da ciò che Allah odia e avvicinarsi a ciò che Lo compiace.

Per questo fine sono state create in giro per le città nell’Iraq e nel Levante delle graziose grafiche di propaganda contro tali sostanze.»

Sì, sono bellissime senza dubbio:
solo un bimbo idrocefalo di due anni potrebbe far di meglio!
«Oltre ad ordinare il bene queste grafiche migliorano anche il look dei quartieri dando loro un aspetto puramente islamico.»
Perché il decoro è importante, meglio ancora se sharia-correct.

E l’autore ci tiene a ribadire il concetto:
Cartoline da Raqqa ...
L'emiro Abu Abdul Rahman saluta gli amici rimasti in Canada
«In questo testo è stato ripetuto decine di volte il termine “Stato” perché appunto ad-Dawla al-Islamiya è un vero e proprio stato per grazia di Allah, e uno stato necessita di infrastrutture efficienti al servizio dei suoi cittadini, così anche ad-Dawla al-Islamiya provvede a costruire, ristrutturare, pulire e anche abbellire le sue strade e generalmente i suoi quartieri.»

Il califfato provvede a pulire le strade e svuotare i bidoni dell’immondizia.
Soprattutto provvede ad abbellire le città come pochi altri sanno fare…

«Passiamo in shaa Allah a vedere nel prossimo capitolo come ad-Dawla cura i suoi quartieri e le sue strade con fantastiche grafiche islamiche rispettanti i limiti definiti da Qur’an e Sunnah.»

Le fantastiche grafiche islamiche.
E queste sono alcune delle “fantastiche grafiche islamiche”..!

Dite la verità:
chi non vorrebbe avere simili capolavori dipinti sul muro di casa?!?

Esecuzioni a Raqqa..
Nella monotonia del panorama urbano, certi originali tocchi di stile lasciano uno strano senso di non so che…
Prigionieri curdi dell'IsisEd in effetti il sovraffollamento delle carceri sembra essere l’ultimo dei problemi del califfato:
un posto sicuro dove crescere i propri pargoli liberi e sani, al riparo dalle tentazioni, con una istruzione adeguata…

meglio ammazzarli da piccoli..
«Nel Dawla tutti ricevono istruzione, di tipo religioso o formativo per una professione, che sia il Musulmano giovane o meno giovane, maschio o femmina.

È il primo stato veramente Islamico anche dal punto di vista dell’istruzione:
ad-Dawla al-Islamiya ha modificato e ritoccato tutti i programmi delle varie scuole in modo che non venga insegnato nulla che vada contro i principi Islamici.»

child-beheading-prisoner ...
Pertanto, è stato proibito l’insegnamento di materie inutili che traviano la mente dei giovani, come per esempio la filosofia, la musica, la storia dell’arte, il disegno, e gran parte delle materie umanistiche o altre cose abiette come la poesia, la sociologia, la psicologia, le scienze politiche.

Per quel che riguarda l’apprendimento delle materie scientifiche, circola una nuova teoria destinata a rivoluzionare la didattica:
la terra è ferma e non gira attorno al sole.

In quanto alla libertà delle donne ed al rispetto della dignità femminile:
“La donna dal punto di vista islamico è considerata una regina, un gioiello da preservare”

Per questo viene seppellita viva sotto un sudario di stracci neri.

Donne prigioniere..

A vigilare sulla moralità dei costumi femminili, provvede la brigata al-Kansaa che gestisce tra l’altro i bordelli in cui vengono stuprate le prigioniere Yazide, a proposito di quella storia del “gioiello da preservare”.

In quanto allo spirito che pervade il nuovo “stato islamico” non ci sono dubbi:
«La strategia dello Sheykh Ibrahim al-Badri (Abu Bakr al-Baghdadi – che Allah lo protegga) è quella di pulire la Terra dai tiranni e la loro idolatria democratica, creare le fondamenta di uno stato e costruire la sua struttura, tutto ciò con il Corano che guida e la spada che supporta.»

isis-con-astronave..
Adesso ci sentiamo molto più tranquilli:
le solite demo-plutocrazie giudaiche!


( Sendivogius )

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