Il principio dello "status quo", ovvero dello "in statu quo ante" insomma del "lasciamo stare tutto come prima" non può esistere proprio oggi, in un universo in evoluzione sempre più rapida, sempre più globale..
ed in particolare nel mondo finanziario, nel mondo delle transazioni realizzate in millesimi di secondo, nel mondo ove masse di valute ormai "virtuali" passano da un continente all'altro.

Già il "danaro" inteso come carta moneta, è un ricordo di un passato che sta diventando sempre più remoto..
E la nascita delle monete elettroniche, delle "bit coin" lo dimostra.

Ma l'indipendenza inizia proprio dalla libertà di valuta, dalla autonomia di battere moneta..

Tutti i primi moti indipendentisti hanno iniziato proprio con il "battere la nostra moneta".. Ed anche qui l'Inghilterra, mantenendo la sua Sterlina, non adottando l'Euro, ha preso proprio la decisione giusta, quella che comunque gli ha dato una base di indipendenza sulla quale poi costruire lo sganciamento dall'Europa.

Sganciamento che sarebbe stato ben difficile se l'Inghilterra avesse adottato l'Euro. In Italia si ipotizza il ritorno alla Lira, ma già lo scorso anno la Grecia, proprio per liberarsi dal fardello dei debiti in Euro, aveva ipotizzato l'utilizzo della moneta elettronica..

Ma il tempo, in Grecia, era poco e la pressione dell'Europa - affinché non avvenisse - enorme.

Ma la ruota della storia gira lo stesso..
Nonostante il terrore che serpeggia nella BCE, appena si accenna a lasciare l'Euro..
Nonostante interventi di Polizia ed Esercito che non possono che essere controproducenti per chi li invia, perdenti sul piano politico, catastrofici su quello storico.

Perché l'utilizzo di una seconda valuta è il vero primo passo verso la prima indipendenza:
quella dei quattrini..
Un primo passo che nessun uomo in divisa potrà arrestare..
perchè le manette non imprigionano gli elettroni sul web..

Ed infatti..
In Lettonia ormai è in uso il LITECOIN, così come è operativo l'ETHEREUM piuttosto che il classico BITCOIN.

Certamente l'Ethereum potrebbe essere ancora migliorato e quindi diventare la prima valuta comune delle popolazioni alla ricerca di una nuova libertà sia dall'euro che dai governi centrali.

Insomma una specie di "Commoncoins of Nations".
Ricordiamo che attualmente per poter girare sulla rete peer-to-peer, i contratti di Ethereum "pagano" l'utilizzo della sua potenza computazionale tramite una unità di conto, detta Ether, che funge quindi sia da criptovaluta che da carburante.

In altre parole, contrariamente a molte altre criptovalute, Ethereum non è solo un network per lo scambio di valore monetario ma una rete per far girare contratti basati su Ethereum.

Questi contratti possono essere utilizzati in maniera sicura per eseguire un vasto numero di operazioni:
sistemi elettorali, registrazione di nomi dominio, mercati finanziari, piattaforme di crowdfunding, proprietà intellettuale, etc... La piattaforma fu inizialmente menzionata da Vitalik Buterin nel Bitcoin Magazine, di cui lo stesso era fondatore, agli inizi del 2013.

È stata successivamente concettualizzata nel White Paper dello stesso Buterin e formalizzata da Gavin Wood nel cosiddetto Yellow Paper, ad inizio 2014.
Il rilascio della prima versione "live" della piattaforma (cosiddetta, versione Frontier) è avvenuto il 30 luglio 2015.

Ethereum fa parte di un gruppo di piattaforme blockchain detto di "nuova generazione" (o "2.0").

In definitiva il primo passo potrebbe proprio essere realizzato con un uso massiccio, sicuro e capillare, di una nuova moneta elettronica in grado di iniziare il distacco dall'euro e di essere gestita, in modo autonomo, dalle nuove realtà politiche e sociali, dalle nuove nazioni.

Ovviamente da una base centrale sicura, indipendente, non facilmente attaccabile ed isolabile telematicamente.