La coalizione di centrodestra, nazionalista e contraria all'invasione di migranti in Europa, guidata dalla premier uscente Erna Solberg
ha vinto le elezioni legislative in Norvegia.
A scrutinio ultimato, il blocco guidato dalla premier uscente ha ottenuto 89 dei 169 seggi, una maggioranza che
la conferma al governo del Paese per la seconda volta di fila.
Alla coalizione di centrosinistra, guidata dal labirista Jonas Gahr Store, vanno 80 seggi.
Il partito laburista si conferma primo gruppo del Paese per un pugno di voti, con il 27% delle preferenze,
davanti ai Conservatori di Solberg (al 25%), ma non riesce nel sorpasso auspicato alla vigilia dal suo leader, così da rimanere all'opposizione.
Gli ambientalisti di estrema sinistra sono rimasti invece sotto la soglia del 4%, facendo tirare un sospiro di sollievo alle grandi
aziende petrolifere, a cui chiedono da tempo la fine immediata di ogni nuova prospezione di idrocarburi e la sospensione per
15 anni della produzione di petrolio.
Richieste semplicemente assurde, dato che l'attività estrattiva di greggio è la principale risorsa della Norvegia e che ne fa anche il primo produttore d'Europa.
Nella notte, Solberg ha rivendicato la vittoria (è la prima volta in oltre 30 anni che un leader conservatore viene riconfermato per un secondo mandato)
pur manifestando una certa cautela.
"Dobbiamo essere un po' cauti, ma sembra che avremo una maggioranza non socialista",
ha detto davanti ai suoi sostenitori in festa.
La sua riconferma alla guida del governo - in alleanza con il Partito del Progresso, nazionalista e anti-immigrati e
con l'appoggio dei cristiano-democratici e dei liberali - affida la governabilità del Paese a forze politiche decisamente di destra.
Il partito laburista perde sei seggi rispetto alle ultime elezioni, si conferma primo partito del paese. Una magra consolazione
per il suo leader Store, che nella notte non ha nascosto la sua insoddisfazione.
"Questa è una grande delusione per i laburisti",
ha commentato.
"Il nostro obiettivo era quello di dare alla Norvegia un nuovo governo, sapevamo che era vicino, ma, come sembra ora, quanto ottenuto
non è sufficiente per sostituire il governo del partito conservatore e del Progresso con un governo laburista".
Dopo questo risultato in Norvegia, si conferma l'onda di destra dell'elettorato che
in tutta Europa respinge sempre di più le sinistre schierate per l'invasione africana e mediorientale degli stati europei
in nome di un preteso buonismo che all'atto pratico diventa business per le organizzazioni dell'accoglienza a pagamento,
là dove chi paga sono i cittadini europei tartassati e chi lucra la rete delle organizzazioni di sinistra.
Il voto dei norvegesi è un grande NO a tutto questo.
A breve, ci sarà il voto in Austria e in Germania.